giovedì 6 gennaio 2011

Il PaneVin e la calza della Befana.

La tradizione del Panevin ha e sue origini nel periodo celtico, presso l’antico popolo dei Veneti.
Essi usavano festeggiare il ritorno del sole, il solstizio d’inverno, quando le giornate incominciano ad allungarsi.
Per festeggiare usavano accendere un falò, per celebrare il ritorno della luce.
A quel tempo, era in vigore il calendario Giuliano e il solstizio d’inverno coincideva con il 25 dicembre.
Nel medioevo, con la conversione al cattolicesimo, delle campagne venete, il Panevin perse le sue origini pagane e venne spostato al giorno dell’Epifania, per ricordare i Re Magi che portavano doni a Gesù.

Ancora oggi, nelle campagne venete è una tradizione molto diffusa.
Si prepara un cumulo di legna e di roba vecchia, di sterpaglie e di rovi e si aspetta il tramonto per dar fuoco al tutto, alcuni mettono sulla cima del cumulo un fantoccio “la veccia” che bruciando porta via l’anno vecchio.

Si studiano le faville che trasportate dal vento, sveleranno se l’annata di raccolto sarà abbondante oppure magra.

“se le falive va a matina, tol su el saco e va a farina,
se le falive va a sera, de polenta pien caliera”

(Se le faville vanno a est, prendi il sacco e vai a chiedere l’elemosina,
se le faville vanno ad ovest, la pentola sarà piena di polenta)


eccoci a casa dei nonni a fare il nostro PaneVin (2009)

tutti col naso in su per vedere dove vanno le faville


La Befana vien di notte
Con le scarpe tutte rotte
Col vestito alla romana
Viva, Viva La Befana!

Il termine Befana deriva dal greco Epifania, che significa “manifestazione, apparizione” e che si riferisce alla manifestazione del bambino Gesù ai Re Magi.
Nella tradizione popolare, la Befana viene rappresentata come una vecchietta, brutta e malvestita che vola in cielo con una scopa, distribuendo doni ai bambini buoni e carbone a quelli più birichini.
Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, mentre tutti dormono, infatti, la Befana si cala dal camino, che simboleggia il punto di comunicazione tra la terra e il cielo, per riempire le calze lasciate appese nelle case.

La leggenda narra che,
i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia. Malgrado le loro insistenze affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non li volle accompagnare.
Pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.

Si narra anche che la Befana ai bambini cattivi porti il carbone... e voi siete stati buoni?

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